Reneé Rapp Bites Back

Reneé Rapp ha appena pubblicato il suo secondo album in studio, BITE ME, un progetto di 12 tracce annunciato il 21 maggio dopo settimane di teasing sui social, con la complicità di celebrity come Charlize Theron. L’uscita arriva due anni dopo il suo album di debutto Snow Angel. L’album è stato anticipato da tre singoli, Leave Me Alone, Mad e Why Is She Still Here?, ognuno accompagnato da un videoclip.

Leave Me Alone è un brano pop-rock con un’attitudine “fuck you” dichiarata. La cantante del North Carolina affronta la sua uscita dalla serie The Sex Lives of College Girls, la pressione della label per nuova musica e i suoi dubbi legati alla sessualità. MAD mantiene l’energia pop-rock ma con un tono più giocoso, pieno di sarcasmo e caos teatrale sia nei testi che nel video. Why Is She Still Here?, invece, prende una direzione completamente diversa, con influenze jazz e R&B: basso e chitarra costruiscono un groove morbido e avvolgente, mentre il video, ambientato in un jazz club minimale con microfono e riflettore, ne rispecchia perfettamente l’atmosfera. Il testo parla di relazioni complicate e tradimento: la cantante è tormentata dall’ex del suo partner, che sembra non aver capito che la storia è finita, “You can tell me you don’t love her, you should probably tell her too”, canta. Con questo brano, Reneé cambia rotta rispetto ai singoli precedenti, rallentando e ritrovando quella vulnerabilità che l’aveva definita in Snow Angel.

Quella stessa vulnerabilità ritorna in Sometimes, una ballad essenziale e teatrale, dove la voce di Reneé è protagonista assoluta: potente, spezzata e sincera. È uno dei momenti più intimi dell’album. Poi arriva Kiss It Kiss It, e senza alcun preavviso si passa a un pezzo uptempo che ti trascina subito in pista. Il brano ha un tocco retrò, con un riff di chitarra che richiama Stupid Girl dei Garbage.

I Can’t Have You Around Me Anymore e I Think I Like You Better When You’re Gone offrono invece un contrasto più morbido. La prima è raffinata, stratificata emotivamente, guidata da chitarre elettriche e voci sovrapposte. La seconda è più acustica e intima: la produzione è essenziale, con batteria leggera e ampi spazi che lasciano la voce di Reneé librarsi sopra tutto con naturalezza.

Con BITE ME, Reneé Rapp continua a dimostrare di essere una delle voci più interessanti della sua generazione: audace, teatrale e profondamente autentica.

Anche quando è triste o nel mezzo di una rottura, Reneé Rapp non si crogiola mai nel dolore. Con At Least I’m Hot ribalta la narrativa con ironia e consapevolezza di sé: “But if I can’t be happy then at least I’m hot.” Una frase che sembra già pronta per diventare la didascalia perfetta di un post su Instagram.

Per chiudere l’album, la cantante del North Carolina lancia l’ultimo colpo con You’d Like That Wouldn’t You?, un’esplosione pop-rock che ci riporta dritti ai primi anni 2000, tra Avril Lavigne e P!nk vibes. È veloce, rumorosa, piena di chitarre e batteria. Una fine perfettamente caotica.

In BITE ME, Rapp ci regala una versione di sé più sicura e senza filtri. Ci ricorda che dirà sempre ciò che pensa, senza preoccuparsi delle conseguenze o delle opinioni altrui, e lo fa con una voce incredibile e potente. “Whether you like it or not, I love it,” ha scritto su Instagram il giorno dell’uscita. L’artista ha descritto l’album come “profondamente personale” ed “emotivamente disordinato”, e quel disordine si sente in ogni parte del progetto. È perfettamente in linea con la sua identità, Reneé è conosciuta per il suo spirito selvaggio e la sua autenticità non filtrata. Come canta in Leave Me Alone: “Sign a hundred NDAs but I still say something.”

A settembre partirà la leg americana del BITE ME Tour insieme a Ravyn Lenae e Syd come opening acts. Il 25 luglio ha anche annunciato le date del tour europeo e nel Regno Unito, che inizierà a marzo 2026 in Belgio. I biglietti sono già in vendita.
Sembra proprio che ci aspetti un Rapp Girl Summer, o forse un Rapp Girl Autumn! 🍒🔥

Recensione scritta dalla nostra contributor Lyndsia Alexandre-Alexis.

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