Sabrina è qui per Protect the Dolls, e noi con lei!
Quando Sabrina Carpenter è salita sul palco dei MTV VMA 2025, il pubblico era pronto ad ascoltare i nuovi brani dal suo album appena uscito, Man’s Best Friend. E lei non ha deluso: ha portato un’esibizione elettrizzante con il debutto live di Tears, una performance che ha riportato tutta quell’energia Y2K che stavamo aspettando, piena di spettacolo e, sorprendentemente, anche di significato.
È salita sul palco con un outfit scintillante con frange che gridava pura pop icon energy, evocando la Britney Spears dei tempi d’oro con un’atmosfera bagnata dalla pioggia (e sì, le foto lo confermano). Ma Sabrina non si è limitata a dare spettacolo: stava anche lanciando un messaggio.
Alle sue spalle, i riflettori hanno illuminato un gruppo di performer drag e artistə trans, tra cui Honey Balenciaga, Symone, Laganja Estranja, Denali e Willam. Non erano semplici ballerinɜ di supporto: erano l’anima della performance, tenendo in mano cartelli con slogan forti e senza filtri: Protect Trans Rights, In Trans We Trust, Love Each Other e l’ormai iconico grido di battaglia Protect the Dolls. La frase, presa in prestito dal celebre pezzo di moda virale di Connor Ives, aveva un peso reale. Il fatto che Sabrina abbia scelto di usare il suo momento su uno dei palchi più importanti della cultura pop per amplificare quel messaggio non è stato casuale, è stato potente.
Come sempre, internet ha avuto molto da dire. Alcuni critici l’hanno liquidata come una mossa “performativa” o “troppo politica” per un palco pop, mentre altri l’hanno lodata per aver usato la propria visibilità in un modo che va oltre la musica. In ogni caso, nessuno è rimasto indifferente. La performance è diventata immediatamente uno dei momenti più discussi della serata, tra amore e polemiche. Ma in fondo, non è proprio questo il senso della musica? Far rumore, scuotere le cose, lasciare le persone a discutere, ispirate — o almeno attente a ciò che davvero conta.
Secondo noi è incredibile vedere un’artista del suo calibro esporsi così apertamente per difendere una minoranza, soprattutto nel clima politico e sociale che stiamo vivendo. Dimostra che non ci sono più scuse per i grandi nomi della musica per restare in silenzio quando si tratta di difendere la comunità LGBTQIA+, le donne, le persone latine o qualsiasi altro gruppo che meriti visibilità e supporto.
Sabrina è tornata a casa anche con una manciata di premi, tra cui Best Pop Artist, Best Album per Short ’n’ Sweet e Best Visual Effects per Manchild. È stata una di quelle serate che hanno consacrato il suo status, non solo come stella in ascesa, ma come voce disposta a prendere posizione per qualcosa di più grande di sé. E speriamo che ispiri altrɜ artistɜ a fare lo stesso: dire la propria verità e usare la propria visibilità per dare spazio alle cause che contano davvero.